Inverno 2015, si discute di giri in bicicletta.
Volessi farne uno lungo non potrei: non ho una bici da viaggio.
Ma non la compro, ne converto una dal mio parco macchine.
La Chiorda: scelgo lei per l’acciaio del telaio e per lo scarso uso dello scatto fisso (di cui comunque tengo tutti i componenti, per il prossimo attacco di demenza senile).
Primavera 2016, si comincia.
Monto le ruote descritte negli articoli della serie “Reno” su mozzi Campagnolo Record.
Revisiono movimento centrale (gabbietta sfondata!) e serie sterzo (una rinascita).
Guarnitura e pedivelle in alluminio anodizzato rosso, coi pedali della Titanio (non l’ha presa per niente bene).
Leve comandi, cambio e deragliatore Campagnolo (grazie Teo!).
Catena e pacco pignoni Regina Oro.
Non riesco a montare le pinze freni Balilla pistard che volevo perché la forcella da corsa è troppo corta, e ripiego su due Weinmann spaiate.
Manubrio contest rivestito in pelle, sull’attacco manubrio 3ttt in titanio di prima.
Parafanghi no, portapacchi sì, borse ancora da provare.
Impianto luci con Reelight e torcia anteriore.
La sella (Lepper in pelle bianca) non è cambiata. Neanche l’adesivo…
2 agosto 2016 alle 19:23 |
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