Pedalata del 3 febbraio, scrivo con la montagna ancora in testa.
Giornata campale: partito all’alba per un’ora di treno. Poi un’ora e mezza di auto con Ricky.
Arriviamo a Verceia e finalmente pedaliamo. Bello l’inizio sul lago di Mezzola.
Poi tutta la Piana di Chiavenna col vento contrario (prima caduta, mia, stupida e banale, sul brecciolino a bordo pista).
Alla fine della Piana accenniamo una salitella e, subito presi da sconforto, ci fermiamo per un panino a Prata Camportaccio.
Rigenerati puntiamo Chiavenna e da lì sfioriamo velocemente le Marmitte dei Giganti e le cascate di Acquafraggia.
A Santa Croce aggrediamo la salita per Borgonuovo. Aggrediamo, si fa per dire: dopo pochi metri ripariamo al volo la rottura di una maglia della catena della Kona. Pedalando e arrancando a piedi arriviamo alla fine della salita e poi giù a Villa di Chiavenna.
A 2 Km dal confine svizzero, pieni di amarezza, rientriamo per l’incombere del tramonto.
Strada a ritroso, ancora i saliscendi.
Nel pieno dell’esaltazione da discesa nei boschi, la ruota anteriore mi va via sul fango nascosto dalle foglie e alè, seconda caduta, più spettacolare e funambolica. Anche questa, a parte le ammaccature, senza particolari danni. Mi spiace solo per quelli estetici alle leve freni della Kona.
Riprendiamo a scendere, di nuovo Chiavenna. Poi la Piana, questa volta col vento alle spalle. E ci voleva, visto che arriviamo al lago di Mezzola col primo buio e saliamo in macchina con la sensazione di essere stati tritati a dovere.
Andata 6 ore, foto e pranzo compresi. Ritorno 2 ore.
67 chilometri, memorabili.
Altre due ore in macchina e rientro a Legnano in treno, a mezza sera.
Approfondimenti:
http://www.piste-ciclabili.com/itinerari/2195-ciclabile-val-chiavenna
http://www.bellitaliainbici.it/valchiavenna.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Valchiavenna